Intelligenza artificiale settore edile: quale rapporto?

Intelligenza artificiale settore edile: quale rapporto?

Pubblichiamo oggi un post un po’ futuristico, perché è appena uscito il rapporto Artificial Intelligence in the Built Environment. Tradotto, si tratta dell’intelligenza artificiale nell’ambiente costruito. Cosa ha a che fare l’intelligenza artificiale con il mondo delle costruzioni?

La riposta è molto più di quello che possiamo pensare, perché questo rapporto è stato pubblicato da RICS, un’organizzazione professionale che si occupa di promuovere le massime qualifiche professionali e gli standard più elevati nel settore delle costruzioni, delle infrastrutture e nella gestione degli immobili e dei terreni.

Intelligenza artificiale settore edile: il facility management

Il rapporto dimostra che in un futuro non così lontano l’intelligenza artificiale verrà applicata in settori ad alta intensità di lavoro. Si tratta del facility management, che vedrà molte mansioni sostituire gli esseri umani con le macchine per rendere le esecuzioni più veloci, sicuri e meno costose, ma anche per migliorare l’offerta in termini globali.

Nella pratica, le aziende edili sono invitate ad informarsi sull’impegno dell’intelligenza artificiale nelle costruzioni, perché secondo i dati il mondo potrebbe correre quasi sicuramente verso questa direzione e, chi non si adegua, potrebbe rischiare di essere obsoleto e quindi fuori mercato.

L’Ai interessa anche il settore delle progettazioni e questo non significa che l’architetto sarà un robot, ma che gli studi potranno quasi sicuramente dotarsi di strumenti tecnologicamente avanzati come i droni e il BIM, il Building Information Modelling, che permette di pianificare le operazioni in modo più preciso, migliorando al contempo la salute generale dell’edificio nel tempo.

Alla fine dei conti il messaggio del rapporto è che tutti dovrebbero sfruttare le opportunità che l’Intelligenza Artificiale mette a disposizione oggigiorno, per adeguare l’impresa o lo studio di progettazione alle nuove strumentazioni e quindi ai nuovi risultati che si possono ottenere. Al contrario, i professionisti che non si adegueranno potrebbero correre il rischio di non essere a passo con i tempi, quando altri lo sono e quindi di trovarsi fuori mercato nella costruzione così come nella progettazione.

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Il rapporto dimostra che in un futuro non così lontano l’intelligenza artificiale verrà applicata in settori ad alta intensità di lavoro. Si tratta del facility management, che vedrà molte mansioni sostituire gli esseri umani con le macchine per rendere le esecuzioni più veloci, sicuri e meno costose, ma anche per migliorare l’offerta in termini globali.

Nella pratica, le aziende edili sono invitate ad informarsi sull’impegno dell’intelligenza artificiale nelle costruzioni, perché secondo i dati il mondo potrebbe correre quasi sicuramente verso questa direzione e, chi non si adegua, potrebbe rischiare di essere obsoleto e quindi fuori mercato.

L’Ai interessa anche il settore delle progettazioni e questo non significa che l’architetto sarà un robot, ma che gli studi potranno quasi sicuramente dotarsi di strumenti tecnologicamente avanzati come i droni e il BIM, il Building Information Modelling, che permette di pianificare le operazioni in modo più preciso, migliorando al contempo la salute generale dell’edificio nel tempo.

Alla fine dei conti il messaggio del rapporto è che tutti dovrebbero sfruttare le opportunità che l’Intelligenza Artificiale mette a disposizione oggigiorno, per adeguare l’impresa o lo studio di progettazione alle nuove strumentazioni e quindi ai nuovi risultati che si possono ottenere. Al contrario, i professionisti che non si adegueranno potrebbero correre il rischio di non essere a passo con i tempi, quando altri lo sono e quindi di trovarsi fuori mercato nella costruzione così come nella progettazione.

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