Restauro Conservativo esempi di interventi possibili

restauro conservativo

Il restauro conservativo è regolato dall’art. 3, comma 1, lettera c) del Testo Unico dell’Edilizia . Scopo del restauro conservativo è di

…conservare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazioni d’uso con essi compatibili.
Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso, l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio.

Restauro conservativo esempi di interventi

Quali interventi possono essere effettuati con il restauro conservativo? Vediamo alcuni esempi.

Il restauro conservativo può operare sul cambio della destinazione d’uso a patto che sia consentito dalla disciplina urbanistica in corso e non vada in contrasto con le caratteristiche proprie dell’edifico.

Il restauro conservativo permette di realizzare un bagno in un edifico antico che ne è sprovvisto al fine dei renderlo agibile e può operare sul ripristino o sulla sostituzione delle finiture interne ed sterne ad esso. I materiali possono essere differenti da quelli originari, ma devono in ogni caso presentare delle caratteristiche di congruenza alle caratteristiche dello stabile con attenzione agli elementi di pregio.

Il restauro conservativo interessa quindi le modifiche alla planimetria purché non si verifichino alterazioni dell’assetto complessivo o di parti ad esso comuni e guarda all’eliminazione delle superfetazioni e alla realizzazione e all’integrazione degli impianti tecnologici e di servizio igienico sanitario.

Cosa serve per il restauro conservativo

Il restauro conservativo richiede la DIA o il Permesso di Costruire e nel caso in cui lo stabile sia soggetto a vincoli di natura architettonica bisogna fare richiesta dei nulla osta alla soprintendenza.

Le richieste interessano infine la notifica preliminare all’ASL se operano due aziende in cantiere e la  denuncia di variazione catastale se avvengono modifiche che interessano la consistenza degli edifici.

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Il restauro conservativo può operare sul cambio della destinazione d’uso a patto che sia consentito dalla disciplina urbanistica in corso e non vada in contrasto con le caratteristiche proprie dell’edifico.

Il restauro conservativo permette di realizzare un bagno in un edifico antico che ne è sprovvisto al fine dei renderlo agibile e può operare sul ripristino o sulla sostituzione delle finiture interne ed sterne ad esso. I materiali possono essere differenti da quelli originari, ma devono in ogni caso presentare delle caratteristiche di congruenza alle caratteristiche dello stabile con attenzione agli elementi di pregio.

Il restauro conservativo interessa quindi le modifiche alla planimetria purché non si verifichino alterazioni dell’assetto complessivo o di parti ad esso comuni e guarda all’eliminazione delle superfetazioni e alla realizzazione e all’integrazione degli impianti tecnologici e di servizio igienico sanitario.

Cosa serve per il restauro conservativo

Il restauro conservativo richiede la DIA o il Permesso di Costruire e nel caso in cui lo stabile sia soggetto a vincoli di natura architettonica bisogna fare richiesta dei nulla osta alla soprintendenza.

Le richieste interessano infine la notifica preliminare all’ASL se operano due aziende in cantiere e la  denuncia di variazione catastale se avvengono modifiche che interessano la consistenza degli edifici.

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