I vantaggi e gli svantaggi del cambio di destinazione d’uso degli immobili
Cambio di destinazione d'uso degli immobili

Cambio di destinazione d’uso degli immobili: possono essere progettate delle vere e proprie meraviglie!

Cambio di destinazione d’uso degli immobili: l’esempio di via Tortona a Milano

Molti immobili, soprattutto antichi, possono avere una destinazione d’uso diversa da quella destinata all’abitazione. Accade con le vecchie fabbriche, le vecchie officine meccaniche e anche con molti ristoranti dismessi che al giorno d’oggi vengono convertiti in ambienti destinati all’abitazione oppure ad ibridi che accolgono lo spazio abitativo e professionale. Un grande esempio di questa riqualificazione è via Tortona a Milano, uno spazio che fino ad alcuni tempi fa era prettamente industriale, e che è stato abbandonato per poi venire riqualificato in modo assolutamente geniale da tanti architettati, che l’hanno convertito in una fucina di spazi belli e ampiamente vivivili. In queste aree, i vecchi magazzini polverosi si sono trasformati in lussuosi loft, che associano allo spazio delle abitazioni delle porzioni di verde impensabili da trovare in una metropoli come Milano. Ma non basta andare tanto lontano per incontrare esempi come questi, perché anche a Vicenza e in provincia esistono tanti immobili destinati all’industria e che ora sono stati adibiti ad abitazioni. E’ il caso di vecchie fabbriche e di latterie, edifici scenografici e che hanno i ‘muri buoni’, dotati di ampie vetrate che permettono di godere di una luminosità fuori dal comune.

L’ingegno degli architetti e la voglia di sperimentare dei committenti ha quindi dato vita ad un processo di riqualificazione molto sentito, che al giorno d’oggi si propone sempre più in voga in quanto permette di acquistare edifici a costo molto bassi e di rivalutarli impiegando tecniche diverse, migliorandoli dal punto di vista ambientale e facendo un grande favore alla collettività, che nella maggior parte di casi vede un edificio fatiscente convertirsi in una bella dimora. Un problema che accompagna la ristrutturazione di questi edifici è interessa però il cambio di destinazione d’uso degli immobili. In altri termini, un edificio può nascere con intento residenziale, oppure con intento commerciale e/o industriale e per cambiare la destinazione d’uso servono delle pratiche e lo svolgimento di un iter burocratico, che, alcune volte, può proporsi un po’ problematico. Analizziamo questo aspetto e vediamo quali sono i benefici e i possibili problemi che gli utenti potrebbero incontrare lungo il loro percorso.

Poniamo il caso che una persona disponga di un magazzino che desidera trasformare in locale abitativo, perché ampio, dotato di spazi verdi e papabile per essere convertito in un bel loft tutto da gustare. In questo caso il cambio di destinazione d’uso degli immobili va da commerciale a residenziale. Va premesso che ogni comune ha una sua legislazione sull’argomento, quindi è buona prassi farsi aiutare da un tecnico preciso, che si in grado di ricercare tutte le norme relative al caso e di proporle con chiarezza l cliente.

Cambio di destinazione d’uso degli immobili: da commerciale a residenziale

Se il locale desidera essere variato da C2 ad un A2, ovvero ad un’abitazione di tipo civile, oppure ad un A10, un ufficio o studio privato, si mette in atto una variazione che richiede lo svolgimento di importanti opere interne, quali la costruzione di servizi igienici, la realizzazione e la successiva messa in norma degli impianti e la doverosa verifica delle superfici aeroilluminate, ovvero la sufficiente presenza di porte e di finestre nella superficie abitativa complessiva. Il tutto deve essere eseguito secondo la normativa locale, ma questa opera di ristrutturazione comporterà sicuramente un aumento del carico urbanistico e quindi il pagamento di oneri, che deve essere conteggiato da un professionista abilitato come un geometra, un architettato o un ingegnere. Tutti questi calcoli servono innanzitutto per rendere l’edificio salubre e abitabile, ma anche per ottenere il certificato di agibilità. La variazione del coefficiente per il calcolo dell’Imu va inoltre a variare, a seconda che si tratto di un A10 oppure di un semplice edificio residenziale.

cambio di destinazione d'uso degli immobili

Il cambio di destinazione d’uso degli immobili sembra essere la moda del momento, scopriamo quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa scelta.

Cambio di destinazione d’uso degli immobili: da magazzino a negozio

Un altro caso di cambio di destinazione d’uso degli immobili interessa il passaggio da magazzino a locale commerciale, ovvero nella trasformazione di uno spazio dismesso ad un negozio con annessa magari abitazione. Anche in questo caso tutto dipende dalla normativa proposta dai comuni, quindi è indispensabile potere disporre di un bravo professionista che sappia procurarsi e interpretare le leggi in vigore nel paese dove si trova l’immobile. In questo caso si tratta di un passaggio ad una categoria C1, ovvero ad una commerciale e quindi il cambio di destinazione interessa il pagamento di oneri perché varia il carico urbanistico, anche se molto spesso può avvenire una cambio di coefficiente dell’imu che potrebbe abbassarsi. Tutto dipende, quindi, dalle scelte che sono in vigore nel comune dove è dislocato l’immobile.

Cambio di destinazione d’uso degli immobili: che tempi aspettarsi

Molto dipende dalla celerità degli uffici in quanto, in alcuni casi, la richiesta di cambio di destinazione d’uso degli immobili può avvenire in seguito ad una decisione del consiglio comunale. Può capitare nei casi di edifici particolari, posizionati in certe zone strategiche della città. Se pensiamo a questo aspetto non possiamo che ritenere che serva il giusto tempo per comprendere quali sono le modalità di cambiamento. In linea di massima il passaggio tra locale commerciale o magazzino ed edificio residenziale si rivela, solitamente più veloce rispetto al passaggio contrario, quindi le persone che dispongono di un immobile di questo genere o che desiderano acquistarlo devono in assoluto informarsi sui tempi dal proprio geometra o architetto e richiedere precise informazioni in comune, per evitare di far trascorrere troppo tempo dall’inizio dei lavori.

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Cambio di destinazione d’uso degli immobili: l’esempio di via Tortona a Milano

Molti immobili, soprattutto antichi, possono avere una destinazione d’uso diversa da quella destinata all’abitazione. Accade con le vecchie fabbriche, le vecchie officine meccaniche e anche con molti ristoranti dismessi che al giorno d’oggi vengono convertiti in ambienti destinati all’abitazione oppure ad ibridi che accolgono lo spazio abitativo e professionale. Un grande esempio di questa riqualificazione è via Tortona a Milano, uno spazio che fino ad alcuni tempi fa era prettamente industriale, e che è stato abbandonato per poi venire riqualificato in modo assolutamente geniale da tanti architettati, che l’hanno convertito in una fucina di spazi belli e ampiamente vivivili. In queste aree, i vecchi magazzini polverosi si sono trasformati in lussuosi loft, che associano allo spazio delle abitazioni delle porzioni di verde impensabili da trovare in una metropoli come Milano. Ma non basta andare tanto lontano per incontrare esempi come questi, perché anche a Vicenza e in provincia esistono tanti immobili destinati all’industria e che ora sono stati adibiti ad abitazioni. E’ il caso di vecchie fabbriche e di latterie, edifici scenografici e che hanno i ‘muri buoni’, dotati di ampie vetrate che permettono di godere di una luminosità fuori dal comune.

L’ingegno degli architetti e la voglia di sperimentare dei committenti ha quindi dato vita ad un processo di riqualificazione molto sentito, che al giorno d’oggi si propone sempre più in voga in quanto permette di acquistare edifici a costo molto bassi e di rivalutarli impiegando tecniche diverse, migliorandoli dal punto di vista ambientale e facendo un grande favore alla collettività, che nella maggior parte di casi vede un edificio fatiscente convertirsi in una bella dimora. Un problema che accompagna la ristrutturazione di questi edifici è interessa però il cambio di destinazione d’uso degli immobili. In altri termini, un edificio può nascere con intento residenziale, oppure con intento commerciale e/o industriale e per cambiare la destinazione d’uso servono delle pratiche e lo svolgimento di un iter burocratico, che, alcune volte, può proporsi un po’ problematico. Analizziamo questo aspetto e vediamo quali sono i benefici e i possibili problemi che gli utenti potrebbero incontrare lungo il loro percorso.

Poniamo il caso che una persona disponga di un magazzino che desidera trasformare in locale abitativo, perché ampio, dotato di spazi verdi e papabile per essere convertito in un bel loft tutto da gustare. In questo caso il cambio di destinazione d’uso degli immobili va da commerciale a residenziale. Va premesso che ogni comune ha una sua legislazione sull’argomento, quindi è buona prassi farsi aiutare da un tecnico preciso, che si in grado di ricercare tutte le norme relative al caso e di proporle con chiarezza l cliente.

Cambio di destinazione d’uso degli immobili: da commerciale a residenziale

Se il locale desidera essere variato da C2 ad un A2, ovvero ad un’abitazione di tipo civile, oppure ad un A10, un ufficio o studio privato, si mette in atto una variazione che richiede lo svolgimento di importanti opere interne, quali la costruzione di servizi igienici, la realizzazione e la successiva messa in norma degli impianti e la doverosa verifica delle superfici aeroilluminate, ovvero la sufficiente presenza di porte e di finestre nella superficie abitativa complessiva. Il tutto deve essere eseguito secondo la normativa locale, ma questa opera di ristrutturazione comporterà sicuramente un aumento del carico urbanistico e quindi il pagamento di oneri, che deve essere conteggiato da un professionista abilitato come un geometra, un architettato o un ingegnere. Tutti questi calcoli servono innanzitutto per rendere l’edificio salubre e abitabile, ma anche per ottenere il certificato di agibilità. La variazione del coefficiente per il calcolo dell’Imu va inoltre a variare, a seconda che si tratto di un A10 oppure di un semplice edificio residenziale.

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Il cambio di destinazione d’uso degli immobili sembra essere la moda del momento, scopriamo quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa scelta.

Cambio di destinazione d’uso degli immobili: da magazzino a negozio

Un altro caso di cambio di destinazione d’uso degli immobili interessa il passaggio da magazzino a locale commerciale, ovvero nella trasformazione di uno spazio dismesso ad un negozio con annessa magari abitazione. Anche in questo caso tutto dipende dalla normativa proposta dai comuni, quindi è indispensabile potere disporre di un bravo professionista che sappia procurarsi e interpretare le leggi in vigore nel paese dove si trova l’immobile. In questo caso si tratta di un passaggio ad una categoria C1, ovvero ad una commerciale e quindi il cambio di destinazione interessa il pagamento di oneri perché varia il carico urbanistico, anche se molto spesso può avvenire una cambio di coefficiente dell’imu che potrebbe abbassarsi. Tutto dipende, quindi, dalle scelte che sono in vigore nel comune dove è dislocato l’immobile.

Cambio di destinazione d’uso degli immobili: che tempi aspettarsi

Molto dipende dalla celerità degli uffici in quanto, in alcuni casi, la richiesta di cambio di destinazione d’uso degli immobili può avvenire in seguito ad una decisione del consiglio comunale. Può capitare nei casi di edifici particolari, posizionati in certe zone strategiche della città. Se pensiamo a questo aspetto non possiamo che ritenere che serva il giusto tempo per comprendere quali sono le modalità di cambiamento. In linea di massima il passaggio tra locale commerciale o magazzino ed edificio residenziale si rivela, solitamente più veloce rispetto al passaggio contrario, quindi le persone che dispongono di un immobile di questo genere o che desiderano acquistarlo devono in assoluto informarsi sui tempi dal proprio geometra o architetto e richiedere precise informazioni in comune, per evitare di far trascorrere troppo tempo dall’inizio dei lavori.

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