Riforma Madia: cosa cambia nell’edilizia
riforma madia edilizia

La riforma Madia interessa l’edilizia.

La Riforma Madia si è proposta di rendere più semplice il titolo abitativo che interessa i nuovi interventi edilizia. Questo è lo scopo principale e il decreto appena approvato ha apportato alcune variazioni abbastanza importanti al Testo Unico per l’Edilizia, scopriamole assieme.

Riforma Madia: la tabella di sintesi

Con la riforma, è stata introdotta una tabella di sintesi che corrisponde all’intervento da attuare e secondo la quale è stabilito un iter amministrativo da seguire. Con questa scelta la riforma Madia desidera creare una sorta di ‘glossario unico’ che sia in grado di garantire l’omogeneità dei procedimenti in tutto il territorio nazionale.

Fino a che questa tabella non verrà pubblicata, le singole amministrazioni comunali dovranno mettere on line un glossario provvisorio che serve per identificare la tipologia dell’intervento e se l’intervento non rientra nei casi stabiliti è compito dell’amministrazione fornire una consulenza gratuita in merito.

Riforma Madia: le opere realizzabili in edilizia libera

Secondo la Riforma Madia, possono essere realizzate con edilizia libera le seguenti opere:

  • le rampe per la rimozione delle barriera architettoniche, dove al giorno d’oggi serve la richiesta di autorizzazione come per gli ascensori;
  • le opere che hanno la natura di esigenza temporanea e che devono essere rimosse massimo dopo 90 giorni;
  • le opere di pavimentazione e di completamente finitura degli spazi interni che sono contenute nell’indice di permeabilità;
  • le aree ludiche senza fini di lucro e gli elementi di arredo che appartengono alle aree pertinenziali degli edifici;
  • l’installazione dei pannelli solari e die pannelli fotovoltaici che vengono montati negli edifici fuori dal centro storico.

Riforma Madia: le opere per le quali serve la SCIA

Al posto della SuperDia, ovvero della Dia alternativa al premesso di costruire, la Riforma Madia chiede una Scia nei seguenti casi:

  • gli interventi di ristrutturazione che interessano modifiche importanti come la variazione della volumetria e dei prospetti, il cambio di destinazione d’uso degli edifici anche nei centri storici e il cambio di sagoma degli edifici che sono sottoposti a vincolo;
  • gli interventi di nuova costruzione che impiegano strumenti urbanistici generali e che hanno precise disposizioni di volumetria e planimetria;
  • gli interventi di ristrutturazione e di nuova costruzione che sono disciplinati dai piani attuativi e dagli accordi negoziali e che contengono disposizioni relative ala planimetria e alla volumetria e che vantano precise disposizioni costruttive e formali.

Ecco i principali cambiamenti introdotti con la Riforma Madia. Per conoscerli al fondo è ideale chiedere informazioni al tecnico di fiducia per analizzare i singoli casi, se le modifiche sono di interesse e se possono apportare beneficio in fase di ristrutturazione o di nuova costruzione.

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Riforma Madia: le opere realizzabili in edilizia libera

Secondo la Riforma Madia, possono essere realizzate con edilizia libera le seguenti opere:

  • le rampe per la rimozione delle barriera architettoniche, dove al giorno d’oggi serve la richiesta di autorizzazione come per gli ascensori;
  • le opere che hanno la natura di esigenza temporanea e che devono essere rimosse massimo dopo 90 giorni;
  • le opere di pavimentazione e di completamente finitura degli spazi interni che sono contenute nell’indice di permeabilità;
  • le aree ludiche senza fini di lucro e gli elementi di arredo che appartengono alle aree pertinenziali degli edifici;
  • l’installazione dei pannelli solari e die pannelli fotovoltaici che vengono montati negli edifici fuori dal centro storico.

Riforma Madia: le opere per le quali serve la SCIA

Al posto della SuperDia, ovvero della Dia alternativa al premesso di costruire, la Riforma Madia chiede una Scia nei seguenti casi:

  • gli interventi di ristrutturazione che interessano modifiche importanti come la variazione della volumetria e dei prospetti, il cambio di destinazione d’uso degli edifici anche nei centri storici e il cambio di sagoma degli edifici che sono sottoposti a vincolo;
  • gli interventi di nuova costruzione che impiegano strumenti urbanistici generali e che hanno precise disposizioni di volumetria e planimetria;
  • gli interventi di ristrutturazione e di nuova costruzione che sono disciplinati dai piani attuativi e dagli accordi negoziali e che contengono disposizioni relative ala planimetria e alla volumetria e che vantano precise disposizioni costruttive e formali.

Ecco i principali cambiamenti introdotti con la Riforma Madia. Per conoscerli al fondo è ideale chiedere informazioni al tecnico di fiducia per analizzare i singoli casi, se le modifiche sono di interesse e se possono apportare beneficio in fase di ristrutturazione o di nuova costruzione.

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